Corpi a Rischio

Claudio Gasparotto

Art Director

Corpi a Rischio

Mi presento. Sono coreografo formatore e responsabile artistico del progetto La danza come arte aperta a tutti di Movimento Centrale Danza & Teatro, un progetto che non vuole affermare che tutti possono  danzare professionalmente ma che tutti dovrebbero danzare come esperienza umana e culturale.

Ho lavorato per molti anni come coreografo indipendente con la mia compagnia nell’ambito della Nuova Danza Italiana, poi nel 2000 ho accettato l’invito di Pippo Delbono – regista e erede spirituale di Pina Bausch – a lavorare come ospite nelle produzioni internazionali della sua Compagnia. Questa esperienza decennale mi ha portato fuori dalla zona di confort perché il teatro di Pippo chiede di compiere ogni giorno un passo in più verso il mistero.

Altre due persone restano per me essenziali: Jessie Leibovici, maestra di didattica somatica e praticante Feldenkrais, che ha risvegliato la gioia nel mio corpo e Gillian Hobart, danzatrice e maestra di chiara fama, che mi ha rivelato un modo nuovo di danzare e mi ha guidato attraverso il mondo umanissimo della disabilità.

Il mio lavoro non è al di là dello spettacolo, comprende anche lo spettacolo, ma avendo scelto di incontrare la gente, e non solo i professionisti della danza, ho dovuto interrogarmi sulla verità del corpo, dai bambini agli anziani, dal primo all’ultimo passo, osservando il valore del gesto, del movimento, del corpo di ciascuno.

Noi tra noi - ph. Dorin Mihai

Corpi a rischio è l’idea germinale che abbiamo scelto per il nostro laboratorio nella d[ist]anza come cornice della nostra ricerca, insieme. Sarà come costruire un mandala – creare il mandala della danza – per poi cancellarlo o scriverlo di nuovo.  Il rischio è una componente ineludibile della vita, dunque anche della danza. Il nostro compito sarà alimentare il vostro spirito di ricerca e orientare la vostra creatività all’inedito, al rischio. I corpi a rischio sono i nostri corpi responsabili e vittime di tutto quello che sta accadendo.

L’anno scorso, con il progetto online Pratica della D[ist]anza, abbiamo realizzato un video sul principio  Due ma non due.

I partecipanti al laboratorio da remoto – danzatori e danzatrici di Cordoba – hanno creato e registrato con il cellulare dei soli in risposta alle mie proposte.  Dorin Mihai li ha uniti in un coro di corpi con un montaggio video che racconta la non dualità di vita e ambiente, sotto testo che mi lega artisticamente a Fabio Mina e che ci ha guidati anche alla creazione di In Solitaria, un componimento teatrale per corpi e musica pensato per il Festival Pulso Urbano…

Quest’anno la nostra indagine seguirà diverse strade – musica, arte visiva, fotografia, video, opere pittoriche, poesia… – per arrivare alla danza. Per quanto mi riguarda, un tema portante del laboratorio sarà la presenza, un’attitudine che definisce il performer prima ancora delle sue abilità tecniche. Una capacità di attenzione a se stessi che permette di riconoscere, accogliere e rispondere agli impulsi e alle provocazioni che riceviamo in ogni istante dal mondo esterno. Il training  affina, espande e approfondisce la percezione di noi stessi per renderci pronti all’imprevisto, all’esposizione curiosa e appassionata nel qui e ora. Ci affideremo all’improvvisazione senza aspettative o attaccamenti  e poi alla composizione. Come scrive Samuel Beckett, Prima danza. Dopo pensa. È l’ordine naturale delle cose.

La poetica del corpo, l’arte del movimento, la libertà creativa, l’intuizione, l’immaginazione saranno le nostre guide, al di là di ogni preoccupazione estetica. Possiamo danzare rinunciando agli approcci unicamente intellettuali e all’autoreferenzialità̀.

Il percorso laboratoriale esplorerà inevitabilmente la comunicazione online, i mezzi e le tecniche di realizzazione, la fenomenologia delle emozioni, l’inquietudine, l’erotica del corpo, le prospettive molteplici, le conclusioni provvisorie, il divertimento, l’ironia e, soprattutto, cercherà di sfuggire all’utilitarismo. Abbiamo scelto di presentare e di non rappresentare.

Per concludere vorrei dirvi che non ho intenzione di spingervi al rischio, questo sarà un vostro affare!