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Semiologo
RISCHIO PURO: quello che apparentemente tocca il suolo dell’insignificanza quando su un altro fronte e talvolta apre involontariamente il corpo al senso del vivere
RISCHIO ZERO: un robot perfetto costruito con tutte le regole proposte da Isaac Asimov
RISCHIO NERO: si dice volgarmente del rischio alla cieca, con gli occhi bendati, con cui ci prendiamo quando spegniamo la luce dello spazio. Anche se alcuni dicono che si ottiene anche quando andiamo contro il tempo e senza alcuna direzione e mossi solo da un’intuizione sensibile.
WHITE RISK: Non ci sono quasi citazioni enciclopediche al riguardo, ma può approssimare la vibrazione dei cosiddetti rumori bianchi di Luigi Nono e Pendereki che prendono, senza che ce ne accorgiamo, il controllo iniziale delle vibrazioni dei nostri corpi e poi abbandonarci nella più grande delle incertezze.
RISCHIO PREMATURO: È, salvo alcune eccezioni, quello che improvvisamente aggredisce e invade la superficie della pelle, restituendoci per momenti intermittenti, a quello stato primordiale del corpo avvolto nell’utero materno.
BLUE RISK: Semplicemente identificabile con l’immemorabile rito del volo o il desiderio di volare con o senza ali.
GREEN RISK: Complementare al precedente. Le complementarietà sono di diverse specie, alcune ancora misteriose. I più noti si riferiscono all’auspicato rito di entrare a poco a poco nella terra, affondando le spie e progressivamente tutto il corpo.
RISCHIO GIALLO: Non ha nulla a che fare con il sole. Piuttosto, è legato a quegli stati di rischio che sono radicalmente insoliti e sorprendenti. Molto probabilmente è legato alla teoria del colore di Goethe e alle vibrazioni misteriose e fuori luogo che questo colore irradia anche integrandosi nell’arcobaleno.
RISCHIO PERSONALE: Colui che, pur essendo solo circoscritto al proprio spazio-tempo unico e individuale, genera quasi sempre un notevole effetto di espansione e di irraggiamento circostante. Non è dannoso e quasi sempre, se maneggiato con delicatezza e in una certa misura, continua ad irradiare i suoi effetti anche dopo la nostra azione.
RISCHIO COLLETTIVO: Potrebbe essere identificato con i riti, i ritmi ei movimenti di una massa giocosa che si muove attraverso l’energia del flusso e del potere. Non ha uno scopo specifico. Essere così. È allo stesso tempo proprietà di non specificamente umani: foreste, giungle, città affollate, masse di passanti, banchi di pesci, ondate di uccelli.
RISCHIO SENZA PI: Assomiglia al rischio puro, ma la sua caratteristica differenziale è l’accelerazione e ipso facto. Vicino alle figure del set, la fiducia in se stessi, un rischio assolutamente privo di falso decoro e false regole di convivenza.È molto pericoloso provarci perché l’enorme accelerazione ci fa passare in un’altra dimensione senza rendercene conto al momento ma a giorni o mesi dopo.
RISCHIO VERTICALE: Assumersi dei rischi immaginando che il nostro corpo abbia una sola dimensione dello spazio abitabile. Di solito non è mai definitivamente raggiunto. Conosciuto anche come rischio lucertola.
RISCHIO ORIZZONTALE: Non è esattamente l’opposto del precedente. Chiamato anche pericolo di trascinamento o pericolo di serpente.
RISCHIO CALCOLATO: La cosa peggiore che si possa pensare e fare. È ancora meno significativo del rischio moderato di una macchina intelligente. In generale, le sue cifre e i suoi effetti sono legati al compiacimento e all’eccessiva autoreferenzialità.
Eugenio Barba • Nicola Savarese - Diccionario de antropologia teatral
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